JPMorgan: Due Fattori Principali Frenano la Fed dall'Iniziare i Tagli dei Tassi, le Decisioni Finali Spesso Ritardano Rispetto alle Condizioni Economiche
JPMorgan sottolinea che quando la Federal Reserve si trova in un dilemma a causa di dati macroeconomici contrastanti, le sue decisioni finali spesso sono in ritardo rispetto alla situazione. Trump sta sempre più sollecitando la Fed a ridurre i tassi di interesse, ma la Fed si trova in una posizione difficile. Gli analisti di JPMorgan affermano che c'è quasi nessuna possibilità di un taglio dei tassi mentre la Fed avvia il suo incontro di politica monetaria di maggio questa settimana, e la probabilità di un taglio dei tassi nelle riunioni successive è anche bassa. JPMorgan ritiene che ci siano due ragioni per cui i funzionari della Fed sono vincolati in termini di politica monetaria. Una ragione è che le aspettative di inflazione in aumento rendono difficile per la Fed avviare tagli dei tassi. L'ultimo rapporto sull'inflazione dei consumatori mostra che l'inflazione è aumentata del 2,4% su base annua a marzo, al di sopra dell'obiettivo del 2% della Fed. Questa cifra è ancora relativamente bassa rispetto a ciò che potrebbe accadere in futuro: l'aspettativa di inflazione a un anno dell'Università del Michigan è del 6,5%. Le politiche tariffarie di Trump dovrebbero aumentare i costi per i consumatori, il che è un importante motore dell'aumento acuto delle aspettative di inflazione. Le preoccupazioni innescate dalla guerra commerciale hanno aumentato il rischio di stagflazione, la possibilità che l'economia statunitense cada in una situazione in cui la crescita ristagna mentre i prezzi continuano a salire. In questo scenario, la Fed è essenzialmente intrappolata in un dilemma perché non può affrontare entrambi i problemi contemporaneamente. La seconda ragione è che i dati macro non hanno ancora mostrato la necessità di un taglio dei tassi. Attualmente, i dati incoraggianti mascherano il problema delle aspettative di inflazione, e i dati macroeconomici continuano a rimanere forti, anche relativamente robusti in alcuni aspetti. Il rapporto sull'occupazione non agricola di aprile, inaspettatamente positivo, di venerdì scorso ha aumentato la fiducia degli investitori e ha spinto il mercato azionario verso l'alto. In altre parole, il mercato non sta prezzando una recessione imminente. Gli analisti di JPMorgan hanno scritto: L'indice S&P 500 (SPX) attualmente ha un rapporto P/E a termine di 21 volte, con una crescita prevista degli utili per azione (EPS) del 10% quest'anno e del 14% l'anno prossimo. Questo non riflette alcuna preoccupazione evidente riguardo a una recessione.
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