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SBI Holdings: L'ambizione cripto del gigante finanziario giapponese e il piano per l'infrastruttura digitale

SBI Holdings: L'ambizione cripto del gigante finanziario giapponese e il piano per l'infrastruttura digitale

ChaincatcherChaincatcher2025/08/29 18:15
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Per:作者:BlockBeats

Nel giro di pochi giorni, SBI è passata dall'essere vista come un'istituzione finanziaria tradizionale a diventare uno dei protagonisti più attivi nel settore Web 3 in Giappone.

Autore: BlockBeats

 

La scorsa settimana, il gigante finanziario giapponese SBI Group ha lanciato una serie di annunci di grande impatto: prima ha annunciato collaborazioni con Circle, Ripple e Startale, poi ha stretto un'alleanza con Chainlink per promuovere stablecoin, tokenizzazione di RWA e soluzioni di pagamento transfrontaliero. In pochi giorni, SBI è passata dall'immagine di "istituzione finanziaria tradizionale" a uno dei più attivi promotori del Web 3 in Giappone.

Questa non è solo una normale collaborazione commerciale, ma sembra piuttosto un segnale che SBI sta inviando al mercato: vuole cogliere l'opportunità della prossima rivoluzione delle infrastrutture finanziarie, passando da "fornitore di servizi finanziari" a "fornitore di infrastrutture per asset digitali". Con l'imminente lancio dello yen stablecoin e la graduale formazione del corridoio cripto asiatico, questa mossa di SBI la pone senza dubbio in prima linea nella trasformazione digitale della finanza giapponese.

I giganti della finanza tradizionale stanno costruendo la mappa della finanza digitale giapponese

La storia di SBI risale al 1999, quando era ancora una filiale di SoftBank chiamata SoftBank Investment, il cui nome deriva proprio dalle iniziali di SoftBank Investment. Dopo l'indipendenza nel 2006, la società è stata ufficialmente rinominata SBI Holdings, Inc., con sede a Tokyo. Inizialmente, le sue tre attività principali erano titoli, banca e assicurazioni, per poi espandersi gradualmente nella gestione patrimoniale e nelle biotecnologie, formando un gruppo integrato che abbraccia finanza e sanità.

Dopo oltre vent'anni, SBI non è più il piccolo di una volta, ma è diventata un attore di peso nel mercato finanziario giapponese. Alcuni la considerano addirittura la più forte sfidante delle tre grandi banche (Mitsubishi UFJ, Sumitomo Mitsui, Mizuho), candidata a diventare la "quarta grande banca". Oggi, la struttura aziendale di SBI si articola in cinque aree principali: servizi finanziari, private equity, gestione patrimoniale, asset cripto e business di nuova generazione. Questa strategia diversificata non solo le ha permesso di consolidare la sua posizione nel mercato giapponese, ma ha anche gettato le basi naturali per il suo successivo ingresso nel settore degli asset digitali.

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Ancora più importante, SBI non si è lanciata nel settore cripto solo per seguire una moda passeggera. Dietro le recenti frequenti collaborazioni annunciate ufficialmente, in realtà SBI ha già lavorato a fondo nell'ecosistema cripto per anni. Sfruttando le sue radici nella finanza tradizionale nei settori dei titoli e della gestione patrimoniale, SBI ha ampliato passo dopo passo la sua presenza attraverso le sue controllate in settori come trading, pagamenti, custodia, prestiti e servizi di liquidità, costruendo praticamente tutte le infrastrutture della finanza digitale. Allo stesso tempo, non si è lasciata sfuggire le nuove opportunità del Web 3: dagli NFT, alla finanza decentralizzata, fino alla tokenizzazione degli asset reali, SBI sta sperimentando in tutti questi ambiti. Ancora più cruciale, ha il coraggio di allearsi con giganti internazionali: sia Ripple, Circle che R3 collaborano con lei per esplorare nuove possibilità in stablecoin, pagamenti transfrontalieri e tokenizzazione.

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In altre parole, la SBI di oggi non è più solo un gruppo finanziario tradizionale giapponese, ma assomiglia sempre più a un raro "doppio motore" dell'Asia orientale: da un lato radicata nel terreno fertile della finanza tradizionale, dall'altro accelera nell'ondata della finanza cripto.

Da zero a uno: SBI ottiene l'unica licenza per stablecoin in Giappone

Nella corsa alle stablecoin, SBI ha goduto di un vantaggio di conformità da first mover. Già nel 2023, quando la Financial Services Agency giapponese ha allentato il divieto di emissione di stablecoin straniere nel paese, SBI ha colto rapidamente l'opportunità e ha firmato una partnership strategica con Circle. Solo un anno dopo, la sua piattaforma SBI VC Trade ha completato la registrazione per il trading di USDC, diventando la prima e unica azienda in Giappone a possedere una licenza per stablecoin, portando per prima USDC sul mercato.

Successivamente, SBI e Circle hanno fondato la joint venture Circle SBI Japan, dedicata alla promozione di USDC in Giappone. Nel giugno 2025, quando Circle sarà quotata in borsa, SBI ha investito altri 50 milioni di dollari, rafforzando ulteriormente la partnership. La scorsa settimana, le due aziende hanno ampliato nuovamente la collaborazione, pianificando di integrare USDC ancora più profondamente nei pagamenti transfrontalieri e nei servizi finanziari digitali. Grazie a questa serie di mosse, SBI non solo è in vantaggio rispetto ai concorrenti in termini di conformità e infrastrutture, ma è anche diventata la chiave di volta per Circle nell'apertura del mercato asiatico. Anche i risultati del business degli asset digitali sono notevoli: nel 2024, i ricavi relativi hanno raggiunto gli 80 miliardi di yen, con una crescita annua superiore al 40%, e il numero di utenti è raddoppiato in un anno, passando da 800.000 a 1,65 milioni.

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Se USDC rappresenta l'ingresso di SBI nel mondo delle stablecoin, RLUSD di Ripple è il ponte su cui scommette per i pagamenti transfrontalieri. Proprio la scorsa settimana, SBI ha annunciato l'introduzione di RLUSD nel mercato giapponese, con il lancio previsto per il primo trimestre del 2026. Il design di questa stablecoin è molto semplice: combina la stabilità del dollaro con la velocità della blockchain, garantendo conformità e trasparenza, oltre a regolamenti istantanei. Ad esempio, se un utente americano vuole inviare dollari in Giappone, i fondi vengono prima convertiti in XRP, trasferiti in pochi secondi tramite blockchain e poi riconvertiti in yen in Giappone, mentre RLUSD funge da asset di ancoraggio per garantire la stabilità e l'affidabilità dei fondi transfrontalieri.

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Attraverso la "doppia linea" con Circle e Ripple, SBI ha praticamente costruito una mappa completa delle stablecoin: USDC si occupa di pagamenti e trading, RLUSD si concentra su regolamenti transfrontalieri e servizi aziendali. Le due linee parallele pongono SBI saldamente al centro della scena delle stablecoin in Asia.

Ascesa delle RWA, SBI costruisce la Robinhood giapponese

Oltre alle stablecoin, SBI punta anche sulle RWA (tokenizzazione degli asset del mondo reale). Questo è uno dei settori a crescita più rapida negli ultimi due anni: dai 5 miliardi di dollari all'inizio del 2023, è salito a quasi 30 miliardi di dollari oggi, con un aumento di oltre cinque volte. Obbligazioni, fondi e titoli di stato sono le applicazioni principali, ma la quota degli asset azionari è ancora inferiore all'1%, con un potenziale enorme.

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Immagina di acquistare un'obbligazione: normalmente dovresti aspettare giorni per il regolamento, ma sulla blockchain puoi completare la transazione istantaneamente come un semplice trasferimento. Oppure pensa a un fondo: tradizionalmente ha una soglia d'ingresso alta e tempi di rimborso lenti, ma una volta tokenizzato diventa come un biglietto digitale, acquistabile e vendibile 24 ore su 24. Per gli investitori è una comodità senza precedenti; per le istituzioni, un enorme aumento dell'efficienza del capitale. Non sorprende che giganti come Gemini, Kraken e Robinhood abbiano lanciato piattaforme di trading tokenizzato simili e sempre attive.

SBI chiaramente non vuole restare indietro. Nel 2025, il gruppo, insieme alla società di infrastrutture Web 3 Startale, istituirà una piattaforma di tokenizzazione on-chain in Giappone, ottenendo finanziamenti basati su traguardi e puntando a costruire un sistema completo che copra emissione, regolamento, custodia e interoperabilità cross-chain.

Ancora più importante, SBI non agisce da sola, ma ha coinvolto il "plumber" globale della blockchain: Chainlink. Questa azienda è specializzata nell'interconnettere le blockchain. In parole semplici, consente la circolazione fluida dei token tra diverse blockchain, proprio come i bonifici tra banche diverse. In questa occasione, Chainlink aiuterà SBI a garantire la sicurezza e la conformità delle transazioni cross-chain durante la tokenizzazione di asset come obbligazioni e immobili. Inoltre, Chainlink porterà i dati NAV (Net Asset Value) dei fondi sulla blockchain, garantendo trasparenza e permettendo agli investitori di monitorare il valore degli asset in qualsiasi momento; la sua tecnologia Proof of Reserve fornirà anche verifiche on-chain per stablecoin e fondi, evitando il rischio di discrepanze tra asset cartacei e riserve effettive.

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Se Robinhood negli Stati Uniti ha portato azioni e derivati cripto agli investitori retail con una soglia d'ingresso pari a zero, SBI sta cercando di seguire una strada simile in Giappone. Grazie alle sue solide radici nei titoli e nelle banche, unite al suo vantaggio pionieristico nelle stablecoin e nelle RWA, SBI sta cercando di portare gli asset tokenizzati nei canali di investimento di massa. Per gli investitori giapponesi, ciò significa non solo poter negoziare azioni e obbligazioni 24/7 come un semplice trasferimento, ma anche partecipare direttamente al mercato finanziario cripto globale in un quadro conforme e sicuro. In altre parole, la piattaforma RWA costruita da SBI non è solo un aggiornamento tecnologico, ma un esperimento di inclusione finanziaria in stile Robinhood, che potrebbe segnare il momento di svolta per il mercato dei capitali giapponese nell'ingresso ufficiale nel Web 3.

Dalla quarta grande banca al gigante delle infrastrutture per asset digitali

Per SBI, entrare nel mondo cripto non è stata una decisione improvvisa, ma il naturale proseguimento di una strategia. Il Giappone è da tempo in un contesto di tassi d'interesse ultra-bassi, con attività bancarie e finanziarie tradizionali ormai altamente omogenee e margini di profitto sempre più ridotti. Nel frattempo, a livello globale, stablecoin e tokenizzazione degli asset del mondo reale (RWA) stanno entrando in una fase di regolamentazione favorevole. La Financial Services Agency giapponese (FSA) nel 2023 ha allentato la regolamentazione sulle stablecoin, dando il via libera a questo nuovo settore. SBI non ha scelto di aspettare, ma è intervenuta con decisione, alleandosi con partner internazionali come Circle e Ripple, passando da spettatore del settore a creatore delle regole, posizionandosi per prima nei due campi più promettenti: stablecoin e RWA.

Ancora più in profondità, non si tratta solo di un'espansione del business, ma di una trasformazione identitaria. In passato, SBI era vista come la quarta grande banca del Giappone; ora, sta cercando di diventare il primo gigante delle infrastrutture nell'era degli asset digitali. Attualmente, SBI sta preparando il lancio del primo future su bitcoin domestico presso la Osaka Dojima Exchange e ha fissato l'obiettivo di portare i profitti del business degli asset digitali a 50 miliardi di yen entro l'anno fiscale 2028, pari a una crescita del 150%. Questo significa che le ambizioni di SBI sono già ben oltre il quadro della finanza tradizionale: la sua vera scommessa è sul futuro dell'integrazione profonda tra il sistema finanziario giapponese e la blockchain. In altre parole, SBI non sta solo puntando sui rialzi e ribassi dei prezzi degli asset cripto, ma vuole diventare protagonista nella ricostruzione del nuovo ordine finanziario globale.

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