Crollo immobiliare? L’investitore di ‘The Big Short’ Steve Eisman aggiorna le prospettive sul mercato immobiliare in mezzo al calo delle vendite di case
Uno degli investitori che aveva previsto e tratto profitto dal crollo dei mutui subprime nel 2008, Steve Eisman, sta respingendo le preoccupazioni riguardo a una possibile ripetizione del crollo del mercato immobiliare.
L’investitore di Wall Street afferma sul suo canale YouTube che la sfida più grande che il mercato immobiliare attualmente stagnante deve affrontare non sono i prestiti subprime come nel 2008, ma i tassi ipotecari elevati.
“I problemi del mercato immobiliare di oggi non hanno nulla a che vedere con i prestiti subprime. Le vendite di case esistenti sono scarse. Perché? Quando la Fed ha abbassato i tassi a zero durante il COVID, ogni proprietario di casa ha rifinanziato, così che la maggior parte dei proprietari ora ha mutui trentennali con tassi intorno al 3% o 4%. Ma oggi, i tassi ipotecari sono tra il 6% e il 7%. Per qualcuno con un mutuo al 6,5% che vuole acquistare una casa esistente dove il proprietario ha un tasso tra il 3% e il 4%, l’acquirente, ovviamente, vuole la stessa rata mensile che ha il proprietario, ma quest’ultimo ha un tasso molto più basso.
Per avere la stessa rata mensile, il prezzo della casa dovrebbe letteralmente essere dimezzato. Ora, questo non accadrà quando il proprietario, il venditore o il potenziale venditore ha un lavoro, ed è questo il problema. Il mercato immobiliare è bloccato perché acquirenti e venditori non riescono a trovare un accordo. Ancora una volta, questo è il problema, non i mutui subprime.”
Eisman afferma inoltre che il panorama dei mutui subprime è molto diverso rispetto a quello che ha preceduto il crollo del mercato immobiliare del 2008, grazie alle nuove normative federali introdotte per evitare che qualcosa di simile si ripeta.
“Per quanto riguarda i mutui subprime, dopo il Dodd-Frank i regolatori bancari hanno aumentato così tanto i requisiti patrimoniali sui prestiti subprime che le banche praticamente non li concedono più. Dove vengono concessi è da piccole società finanziarie, ma si tratta di un settore di piccole dimensioni. Non sono più preoccupato per le società di mutui subprime. Nel 2006, il volume dei mutui subprime era di 600 miliardi e rappresentava il 20% dell’intero mercato dei mutui. Quei tempi sono finiti da tempo.”
Generated Image: Midjourney
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