- La Columbia Britannica vieterà permanentemente nuove connessioni per il mining di criptovalute.
- La politica dà priorità all’uso dell’energia per AI, data center e industrie tradizionali.
- Il divieto segue una sospensione di 18 mesi iniziata nel 2022.
La Columbia Britannica sta presentando una nuova legislazione per vietare definitivamente alle operazioni di mining di criptovalute di collegarsi alla sua rete di energia idroelettrica. Il governo ha annunciato la decisione questa settimana, sottolineando la necessità di proteggere la fornitura di energia della provincia in un contesto di crescente domanda elettrica sia da parte delle industrie tradizionali che di quelle emergenti.
Nuove regole per gestire la crescente domanda di energia
Secondo le nuove misure, BC Hydro, il principale fornitore di elettricità della provincia, proibirà nuove connessioni per il mining di criptovalute a partire dall’autunno 2025. Il governo ha dichiarato che la crescente domanda di energia da parte di industrie come gas naturale, gas naturale liquefatto (LNG), data center e intelligenza artificiale (AI) richiede una gestione attenta per mantenere l’energia affidabile e accessibile.
Secondo Charlotte Mitha, presidente e CEO di BC Hydro, la provincia sta vivendo una domanda senza precedenti in diversi settori. Ha affermato che il piano consentirà a BC Hydro di gestire responsabilmente la distribuzione dell’energia, garantire la stabilità della rete e assicurare gli obiettivi futuri di energia pulita. Attualmente, BC Hydro fornisce elettricità a oltre cinque milioni di persone, pari a circa il 95% della popolazione provinciale.
Focus su settori emergenti e crescita economica
Pur limitando il mining di criptovalute, il governo ha ribadito i piani per sostenere lo sviluppo dei data center e delle industrie dell’intelligenza artificiale. La decisione mira a consentire a questi settori di espandersi in modo responsabile e portare benefici concreti alle comunità locali. I funzionari hanno affermato che queste industrie offrono un potenziale a lungo termine per la creazione di posti di lavoro e l’innovazione tecnologica, a differenza del mining di criptovalute.
La documentazione di supporto pubblicata dal governo ha citato il “consumo energetico sproporzionato e i limitati benefici economici” del mining di criptovalute come motivi principali del divieto. Le autorità hanno indicato che il settore consuma grandi quantità di energia senza offrire ritorni economici o opportunità di impiego equivalenti.
Preoccupazioni di lunga data sull’uso energetico delle criptovalute
La misura è in linea con una moratoria di 18 mesi, iniziata a dicembre 2022, quando la provincia ha sospeso temporaneamente le nuove richieste di energia per il mining di criptovalute. La precedente sospensione ha permesso ai regolatori di valutare gli effetti energetici dell’attività di mining e di stabilire un quadro duraturo. Il nuovo annuncio conferma che la misura temporanea sarà ora trasformata in un divieto totale e permanente.
Altri osservatori nel settore delle criptovalute hanno contestato la valutazione del governo. Attivisti ambientali, come il ricercatore Bitcoin Daniel Batten, hanno sostenuto che il mining di criptovalute può essere integrato nei sistemi di energia rinnovabile e contribuire a stabilizzare la rete. Tuttavia, il governo provinciale ha mantenuto la sua posizione, concentrandosi sull’assicurare energia sufficiente alle industrie considerate più strategiche.
L’impatto della politica sulle aziende attuali, come Bitfarms e Iren, non è chiaro. Entrambe le società hanno già impianti di mining o associati all’AI nell’area e potrebbero dover rivedere i propri piani energetici in futuro, a seconda delle nuove politiche.
