Perché Google non dovrebbe ancora preoccuparsi del browser Atlas di OpenAI

OpenAI ha lanciato una sfida diretta a Google martedì con il lancio di ChatGPT Atlas, il suo primo browser AI nativo che combina l’esperienza familiare di navigazione web con un’assistenza AI integrata.

Atlas, che unisce chat, navigazione e automazione guidata dall’AI, rappresenta la mossa più aggressiva di OpenAI fino ad oggi per controllare l’intera esperienza online dell’utente.

“In OpenAI, non stiamo solo cercando di creare i modelli più intelligenti al mondo,” ha dichiarato un portavoce di OpenAI a Decrypt. “Vogliamo che questa intelligenza sia realmente utile nella vita quotidiana. Questo significa integrare l’AI in prodotti come Atlas che incontrano le persone dove si trovano.”

Questa mossa segna una nuova frontiera nelle guerre dell’AI, spostando il campo di battaglia dalla ricerca e dai chatbot al browser stesso.

Mentre OpenAI cerca di rimodellare l’accesso al web, non ci si aspetta che Google resti a guardare: il suo prossimo grande rilascio AI, Gemini 3, è pronto a integrare profondamente capacità simili nel suo browser Chrome, leader di mercato.

Tuttavia, Atlas entra in un campo di browser AI sempre più affollato, tra cui Opera Neon, Comet di Pexplexity AI, Dia di The Browser Company e Copilot di Microsoft in Edge, tutti in competizione per rendere il web più conversazionale e meno manuale.

Questi nuovi arrivati mirano a sostituire la ricerca statica e il passaggio tra schede con assistenti intelligenti che comprendono il contesto ed eseguono compiti multi-step.

Mangiare il pranzo a Google

Nessuno rappresenta una minaccia significativa per Google quanto OpenAI.

Chrome domina ancora con circa due terzi della quota di mercato globale, rendendolo una risorsa fondamentale nella corsa all’AI.

L’importanza strategica del browser è stata sottolineata in agosto, quando una possibile cessione forzata di Chrome ha scatenato una frenesia di offerte, con proposte che hanno raggiunto i 35 miliardi di dollari da parte di concorrenti desiderosi di controllare quell’accesso.

Sebbene Google abbia mantenuto il controllo di Chrome, il lancio di Atlas la costringe a reagire. La risposta prevista del gigante tecnologico ruota attorno a Gemini 3, il suo modello AI di nuova generazione.

Gli osservatori del settore prevedono che Gemini 3 offrirà una capacità molto più ampia di ragionare su testo, immagini e video, con queste potenti funzionalità integrate direttamente in Chrome e nel suo più ampio ecosistema di applicazioni.

Il successo per OpenAI, tuttavia, è tutt’altro che garantito. La fedeltà al browser è profonda e conquistare gli utenti richiederà prestazioni impeccabili e sicurezza.

Le domande su privacy e controllo si amplificano anche quando un browser può agire per conto dell’utente. OpenAI ha riconosciuto il rischio di attacchi di “prompt injection” che potrebbero sfruttare i permessi dell’agente, un ostacolo significativo da superare per la fiducia degli utenti.

Questo potrebbe essere una buona notizia per Google, dato che i prodotti dei concorrenti impiegheranno tempo per raggiungere la piena efficienza.

Tuttavia, il lancio di ChatGPT Atlas segna un punto di svolta.

Per editori e creatori di contenuti, un passaggio dalla ricerca manuale alle azioni guidate da agenti potrebbe rimodellare profondamente le strategie relative a SEO e traffico web.

Per la maggior parte degli utenti internet, il browser è già il luogo in cui convergono lavoro, shopping e intrattenimento, anche se, a dire il vero, non è cambiato molto negli ultimi decenni.

I browser AI promettono di automatizzare le attività noiose all’interno di quelle schede: riassumere ricerche, riscrivere email, confrontare voli o redigere risposte senza cambiare applicazione.

Invece di cercare e cliccare, gli utenti possono semplicemente chiedere: “Trovami un hotel tranquillo a Lisbona con check-out tardivo,” e lasciare che sia il browser a occuparsi del resto.

I browser AI rappresentano ancora una piccola fetta del mercato—Chrome domina con circa due terzi della quota globale—ma le loro ambizioni sono chiare.

Sostituire la ricerca statica e il passaggio manuale tra schede con assistenti che comprendono il contesto ed eseguono compiti multi-step richiederà tempo, ma Google probabilmente dovrà prestare attenzione.

Google non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.