Il lancio dello Spot Dogecoin ETF non attira flussi in entrata, rivelando una realtà di mercato preoccupante
Wall Street ha finalmente costruito un ponte verso la meme coin più famosa di Internet, ma nel primo giorno, nessuno lo ha attraversato.
Il 24 novembre, il Dogecoin ETF (GDOG) di Grayscale ha iniziato a essere negoziato sulla NYSE Arca senza registrare una singola unità di creazione netta, un segnale evidente che l'appetito per il “meme-beta” in una struttura regolamentata potrebbe essere stato ampiamente sovrastimato.
Il debutto sottotono arriva in un momento pericoloso per il settore, che si sta preparando a lanciare oltre 100 prodotti simili a token singolo in un mercato che attualmente perde quasi 2 miliardi di dollari a settimana.
Debutto di GDOG con afflussi ‘zero’
Sebbene il ticker apparisse attivo sugli schermi dei terminali, la struttura sottostante raccontava una storia diversa.
Secondo i dati di SoSoValue, il fondo ha registrato circa 1,41 milioni di dollari di volume di scambi secondari.
In effetti, questa cifra è stata drasticamente inferiore alle aspettative. L’analista di Bloomberg Intelligence Eric Balchunas aveva previsto che il volume del Dogecoin ETF potesse raggiungere i 12 milioni di dollari nel primo giorno di negoziazione, ma il dato reale ha mancato quell’obiettivo di quasi il 90%.
Tuttavia, ancora più preoccupanti sono stati i dati sui flussi che hanno mostrato che il fondo ha registrato 0 dollari di afflussi netti dopo il suo primo giorno di negoziazione.
Nella meccanica della struttura di mercato degli ETF, questa distinzione è fondamentale. Il volume di scambi rappresenta le azioni esistenti che passano tra market maker e speculatori, mentre le creazioni rappresentano i partecipanti autorizzati (AP) che apportano nuovo capitale e asset sottostanti al trust.
Un giorno di “zero creazioni” implica che, nonostante l’approvazione istituzionale, nessun nuovo capitale primario sia entrato nell’ecosistema. La mancanza di interesse rappresenta un campanello d’allarme per una classe di asset che affronta una crisi di sovrapproduzione.
Utilità vs. sentimento
La disconnessione si accentua confrontando GDOG con i recenti successi degli ETF crypto. Il Solana Staking ETF (BSOL) di Bitwise, lanciato a fine ottobre, ha attratto circa 200 milioni di dollari nella sua prima settimana.
La differenza era l’utilità. BSOL offriva rendimenti da staking, un meccanismo complicato da accedere direttamente per gli investitori tradizionali.
GDOG, al contrario, offre pura esposizione al sentimento sociale. È un prodotto spot “vanilla” che detiene un asset già onnipresente su piattaforme retail come Robinhood. Senza il “premio di accesso” o una componente di rendimento, la proposta di valore per un allocatore istituzionale è debole.
Inoltre, la meccanica dell’incapsulamento di una meme coin introduce rischi di base specifici.
Il turnover del mercato di riferimento di Dogecoin si aggirava intorno a 1,5 miliardi di dollari nel giorno del lancio, con il prezzo stabile vicino a 0,15 dollari. Sebbene liquido, il mercato è soggetto a spasmi violenti guidati da eventi. Un’unità di creazione standard di 100 milioni di dollari richiederebbe l’acquisto di circa 666 milioni di DOGE.
In un mercato sottile, quella pressione d’acquisto spingerebbe i prezzi spot verso l’alto. Al contrario, se l’ETF è chiuso (durante i fine settimana della NYSE) mentre il mercato crypto crolla, il fondo potrebbe riaprire con uno sconto massiccio rispetto al Net Asset Value (NAV).
Il “turismo del ticker” visto nel primo giorno, caratterizzato da basso volume e nessuna creazione, suggerisce che i trader sono consapevoli di questi rischi e trattano GDOG come un veicolo di trading a breve termine piuttosto che come una allocazione di portafoglio.
La pipeline ‘Spaghetti Cannon’
Nel frattempo, il mancato avvio di GDOG è preoccupante perché non è un evento isolato. È l’atto di apertura di una sovrapproduzione che minaccia di frammentare la liquidità nel mercato crypto.
Secondo i dati di settore riportati da Balchunas, gli emittenti stanno adottando una strategia “spaghetti cannon”. La pipeline prevede l’arrivo di cinque ETF crypto spot in sei giorni, inclusi varianti per Chainlink (LINK) e XRP, seguiti da oltre 100 ETF crypto spot aggiuntivi che verranno quotati in sequenza nei prossimi sei mesi.
Questa espansione aggressiva si scontra violentemente con il regime macro attuale. Secondo CoinShares, i prodotti di investimento in asset digitali hanno subito deflussi netti per 1,94 miliardi di dollari nella settimana terminata il 24 novembre.
La capitolazione è stata diffusa, trascinando Bitcoin a un minimo di sette mesi vicino a 80.553 dollari e schiacciando il sentimento per le altcoin ad alta beta. Anche Solana, la precedente favorita del ciclo, ha visto deflussi per 156 milioni di dollari.
Lanciare un prodotto meme ad alta volatilità in queste condizioni è una scommessa, ma lanciarne cento rappresenta un rischio strutturale. Se l’asset più rilevante dal punto di vista culturale del settore non riesce ad attrarre offerte, le prospettive per la “long tail” dei fondi a token singolo appaiono cupe.
Un panorama frammentato di “zombie ETF” a basso AUM crea problemi per i market maker, che devono gestire inventari su centinaia di ticker illiquidi, portando potenzialmente a spread più ampi e significativi errori di tracking durante le sessioni volatili.
Il test delle 2 settimane
Considerando questo contesto, il settore presterà particolare attenzione a GDOG e agli altri ETF su altcoin per valutare l’interesse del settore.
Perché GDOG abbia successo, è necessario che i Partecipanti Autorizzati inizino ad arbitrare lo spread tra l’ETF e il mercato spot, consegnando Dogecoin al trust per emettere nuove azioni. Se la serie di “zero creazioni” persiste durante la prima settimana, si confermerà che il prodotto sta semplicemente cannibalizzando la domanda esistente invece di generare nuovi afflussi.
Più in generale, la performance di GDOG detterà il ritmo del prossimo lancio dei 100 ETF. Se gli emittenti vedranno zero trazione per un asset a grande capitalizzazione come Dogecoin, l’appetito per lanciare fondi su asset a liquidità inferiore potrebbe svanire, costringendo a una consolidazione della pipeline.
Per ora, il messaggio dal mercato è chiaro. L’infrastruttura è pronta, i regolatori hanno dato il via libera, ma gli investitori e i previsti 12 milioni di dollari di volume hanno lasciato l’edificio.
L’articolo Spot Dogecoin ETF launch gets no inflows revealing concerning market reality è apparso per la prima volta su CryptoSlate.
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