Aumento dei tassi in Giappone: Bitcoin resisterà meglio del previsto?

Un anno dopo il suo picco a $103.900, bitcoin affronta una nuova sfida: l’imminente aumento dei tassi giapponesi. Mentre i mercati temono lo smantellamento dello yen carry trade, i veri rischi per BTC si trovano altrove. Analisi di un dicembre teso, tra attese giapponesi e sollievo americano.

BOJ: Atteso aumento dei tassi tra pochi giorni

La Bank of Japan (BOJ) si prepara ad aumentare i suoi tassi il 18 e 19 dicembre 2025, una decisione ampiamente anticipata. I mercati prevedono un aumento di 0,25 punti, portando il tasso di riferimento allo 0,75%, un livello senza precedenti dal 1995. I rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni ora si aggirano intorno all’1,95%, oltre 100 punti base sopra il tasso ufficiale previsto. Secondo i dati di mercato, la probabilità è ora fissata al 76%.

Tuttavia, a differenza di agosto 2025, quando un aumento a sorpresa scatenò il panico generale, questa volta gli investitori sembrano preparati. Lo yen, sebbene leggermente apprezzato (+0,03% il 9 dicembre), rimane sotto pressione strutturale. Gli analisti sottolineano che questa normalizzazione monetaria non sorprenderà nessuno, quindi lo shock sarà limitato. Gli speculatori hanno ridotto le loro posizioni corte sullo yen da febbraio, limitando il rischio di uno smantellamento improvviso.

Bitcoin tra due fuochi: tassi giapponesi VS tagli dei tassi USA

Bitcoin, spesso correlato alla liquidità globale, è soggetto a una doppia influenza. Da un lato, l’aumento dei tassi giapponesi potrebbe ridurre l’attrattiva dello yen come valuta di finanziamento a basso costo, pesando sugli asset rischiosi. Dall’altro, il recente taglio dei tassi della Fed inietta liquidità nel sistema, alleviando la pressione. A metà dicembre, BTC oscilla intorno agli $87.500, ben lontano dai $103.900 raggiunti un anno prima.

Eppure, la dinamica è diversa: nel 2024, i tassi USA sono rimasti alti, soffocando i mercati. Nel 2025, il loro calo offre un cuscinetto. Gli ETF su bitcoin, nonostante deflussi record a novembre, beneficiano di un ambiente più favorevole. Se uno smantellamento dello yen carry trade potrebbe innescare vendite temporanee, l’impatto sarebbe limitato dal contesto statunitense. Il vero test per BTC sarà la capacità della liquidità USA di compensare la stretta giapponese. Come afferma Ignacio Aguirre, CMO di Bitget:

L’aumento dei tassi giapponesi contrasta con i tagli attesi della Fed nel 2026, creando una maggiore volatilità che spesso apre finestre di accumulo interessanti per gli investitori a lungo termine.

I veri rischi per bitcoin non vengono dal Giappone

Mentre lo yen carry trade attira l’attenzione, le minacce più serie per bitcoin provengono da altrove. Primo rischio: un’inversione inaspettata della Fed nel 2026, che metterebbe in discussione lo scenario di taglio dei tassi. Secondo problema: la regolamentazione, con una pressione crescente su ETF e stablecoin.

Inoltre, l’adozione istituzionale, spesso presentata come motore, potrebbe anche diventare un freno. Infine, la concorrenza degli asset tradizionali, come l’oro o le azioni tecnologiche, potrebbe deviare capitali se i rendimenti obbligazionari diventassero troppo attraenti. Nel breve termine, BTC potrebbe consolidarsi tra $85.000 e $95.000. Nel lungo termine, il suo futuro dipenderà meno dal Giappone che dalla capacità degli USA di mantenere un ambiente accomodante.

Con l’avvicinarsi del 2026, gli occhi sono puntati sulla BOJ. Bitcoin ha già dimostrato la sua resilienza agli shock monetari. Questa volta, la sua capacità di reinventarsi determinerà il suo ruolo nel panorama finanziario di domani. E tu, pensi che i prossimi annunci della BOJ saranno benefici o meno per BTC?