La divisione ideologica su Bitcoin e l'influenza delle istituzioni: la “lotta per Bitcoin” di Saylor e le sue implicazioni per la strategia d’investimento a lungo termine
- MicroStrategy di Michael Saylor detiene 629.376 Bitcoin (72 miliardi di dollari), promuovendo l’adozione istituzionale attraverso il suo piano 42/42 per garantire Bitcoin come riserva aziendale entro il 2027. - La strategia di accumulo di Saylor, alimentata dal debito, ha ispirato 961.700 Bitcoin (110 miliardi di dollari) in detenzioni aziendali, normalizzando le criptovalute come classe di asset mainstream. - La sua posizione pro-istituzionale ha acceso dibattiti sull’identità decentralizzata di Bitcoin, con critici come Vitalik Buterin che sottolineano l’auto-custodia come elemento centrale dell’etica crypto. - Il quadro normativo...
L’instancabile promozione di Bitcoin da parte di Michael Saylor lo ha posizionato come una figura centrale nell’istituzionalizzazione dell’asset. Ad agosto 2025, la sua azienda Strategy (precedentemente MicroStrategy) detiene 629.376 Bitcoin—quasi il 3% dell’offerta totale—per un valore superiore a 72 miliardi di dollari, consolidando il suo ruolo come asset di riserva aziendale [1]. Questa accumulazione, parte del piano 42/42—un’iniziativa da 84 miliardi di dollari per assicurare Bitcoin come riserva principale entro il 2027—ha catalizzato un cambiamento più ampio. Le aziende pubbliche ora detengono collettivamente oltre 961.700 Bitcoin, per un valore di 110 miliardi di dollari, con l’influenza di Saylor che ha ispirato aziende come GameStop e Strive Asset Management a entrare nel settore [1]. La sua strategia sfrutta debito convertibile e offerte di equity per acquistare Bitcoin a prezzi scontati durante i ribassi di mercato, una tattica sempre più adottata dagli operatori istituzionali [5].
Tuttavia, la visione di Saylor ha innescato una profonda divisione ideologica. I suoi primi commenti, secondo cui i detentori di Bitcoin dovrebbero fidarsi delle banche “too big to fail” piuttosto che della self-custody, hanno suscitato forti critiche dai puristi crypto, incluso il co-fondatore di Ethereum Vitalik Buterin, che ha sottolineato la self-custody come pilastro dell’etica decentralizzata di Bitcoin [1]. Sebbene Saylor abbia successivamente rivisto la sua posizione, il dibattito evidenzia una tensione fondamentale: Bitcoin può mantenere la sua identità decentralizzata pur essendo adottato dalle istituzioni? Questo scontro riflette disaccordi più ampi su se Bitcoin debba rimanere una tecnologia auto-sovrana o evolversi in un veicolo d’investimento mainstream [2].
Per gli investitori a lungo termine, le implicazioni di questa divisione sono molteplici. L’adozione istituzionale ha normalizzato Bitcoin come classe di asset legittima, con il 60% dei portafogli istituzionali che alloca il 10% degli AUM a Bitcoin o altri asset digitali entro il Q3 2025 [1]. La chiarezza normativa, come la SAB 122 degli Stati Uniti e il quadro MiCAR dell’UE, ha ulteriormente legittimato le crypto, sbloccando 28 miliardi di dollari in afflussi tramite ETF spot su Bitcoin come IBIT di BlackRock e FBTC di Fidelity [1]. Tuttavia, permangono dei rischi. La volatilità dei prezzi—accentuata da eventi come la vendita massiccia di agosto 2025, che ha causato un calo del 2%—evidenzia la fragilità della liquidità [1]. Nel frattempo, i rischi di concentrazione sono significativi: i primi cinque detentori di Bitcoin controllano 771.551 BTC, consentendo potenziali manipolazioni di mercato tramite accumulazione e distribuzione coordinate [3].
I modelli di allocazione strategica, come l’approccio core-satellite 60/30/10, mirano a bilanciare il potenziale di crescita di Bitcoin con la mitigazione del rischio. Questo modello assegna il 60% a Bitcoin ed Ethereum, il 30% ad altcoin e asset reali tokenizzati (RWA), e il 10% a contanti o stablecoin [1]. Tale diversificazione è fondamentale in un contesto in cui l’offerta fissa di Bitcoin di 21 milioni di monete contrasta nettamente con la natura inflazionistica delle valute fiat [2]. La previsione di Saylor che Bitcoin supererà l’S&P 500 nel lungo termine si basa sulla sua scarsità, utilità transfrontaliera e ruolo di copertura contro l’instabilità macroeconomica [4].
La rivalità ideologica tra decentralizzazione e istituzionalizzazione ha anche dimensioni geopolitiche. Mentre gli Stati Uniti adottano Bitcoin come asset di riserva strategica, il divieto delle crypto in Cina ha stimolato l’innovazione nella finanza decentralizzata (DeFi) e nelle soluzioni transfrontaliere [3]. Questa divergenza sottolinea la doppia identità di Bitcoin: riserva di valore decentralizzata e strumento di influenza geopolitica. Per gli investitori, navigare questa dualità richiede la comprensione sia dei venti favorevoli macroeconomici (ad esempio, incertezza del mercato del lavoro guidata dall’AI, deficit in aumento) sia dei venti contrari regolatori (ad esempio, riclassificazione CFTC secondo il CLARITY Act) [1].
In conclusione, la “lotta per Bitcoin” di Saylor ha accelerato l’adozione istituzionale ma ha anche intensificato i dibattiti sul futuro dell’asset. Gli investitori a lungo termine devono valutare i benefici di un’infrastruttura di livello istituzionale rispetto ai rischi di un controllo centralizzato. Man mano che il ruolo di Bitcoin nella finanza globale evolve, la sua capacità di bilanciare queste forze determinerà se rimarrà una tecnologia rivoluzionaria o diventerà solo un altro asset speculativo.
Fonte:
[1] Bitcoin's Institutional Adoption: Saylor's Strategy and the Future of Corporate Treasuries
[2] Saylor's Bitcoin Custody Debacle Highlights Growing Divide
[3] Who Controls Bitcoin Now? A 2025 Deep Dive into Whales, ETFs, Regulation, and Sentiment
[4] Michael Saylor Predicts Bitcoin Will Continue to Outpace SP 500
Esclusione di responsabilità: il contenuto di questo articolo riflette esclusivamente l’opinione dell’autore e non rappresenta in alcun modo la piattaforma. Questo articolo non deve essere utilizzato come riferimento per prendere decisioni di investimento.
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